SCUOLA/ Its, due mosse del governo che possono salvare i giovani
I ragazzi che stiamo formando andranno in pensione dopo il 2060. Che lavori faranno? Saranno in grado di affrontare le sfide che gli si porranno davanti? Riusciranno a rispondere alle richieste del mercato del lavoro? Il sistema educativo ha bisogno di un cambiamento che non riesce a generare. L’integrazione con il mondo che cambia oggi passa dalle istituzioni formative che riescono a riportare il rapporto con la realtà tra i banchi. Di fronte alla cronica carenza di tecnici specializzati che lamentano le aziende del secondo paese manifatturiero d’Europa, è inammissibile un tasso di disoccupazione giovanile del 40 per cento. Stiamo bruciando un’intera generazione.
Gli Its (istituti tecnici superiori) sono oggi la più significativa e matura risposta all’integrazione tra il mondo educativo e quello delle imprese. È un sistema giovanissimo e già con straordinarie punte di eccellenza non solo su formazione ma anche su ricerca e internazionalizzazione.
Oltre ad un tasso di occupazione dell’80 per cento, che attesta la qualità dell’offerta, si moltiplicano, infatti, gli esempi virtuosi come l’attività di ricerca sviluppata dalla Fondazione Nuove Tecnologie per la Vita in partnership con un ospedale del Ghana; i corsi biennali interamente in inglese per formare giovani stranieri all’eccellenza italiana; l’Its turismo Puglia che ha tra i propri partner un hotel a Londra per stage all’estero dei suoi ragazzi; i percorsi di internazionalizzazione delle Pmi della fondazione Its agroalimentare Puglia che hanno “fruttato” diversi contratti di lavoro per i nostri ragazzi all’estero. E ancora l’Imssea (International Maritime Safety Security and Environment Academy), una vera e propria facoltà internazionale che può contare su una rete di esperti di fama mondiale per erogare i suoi corsi.
E in ultimo, solo in ordine cronologico, l’incontro di ieri 26 settembre 2017 a Palazzo Madama al Senato della Repubblica, tra la cabina di regia del sistema Its e Denise Amyot (President of Colleges and Institutes Canada) e presidente della World Federation of Colleges and Polytechnics.
Un incontro nel corso del quale si sono delineate nuove opportunità per i ragazzi: gemellaggio tra gli Its italiani e i college canadesi; esperienze all’estero degli studenti con percorsi co-progettati; accesso alle lauree professionalizzanti e bachelor per gli allievi Its presso i college canadesi.
Insomma il sistema Its Italia è maturo e pronto per aderire alla Wfcp (World Federation of Colleges and Polytechincs): un circuito dinamico di leader mondiali dell’educazione, dove i responsabili politici e dell’istruzione si riuniscono periodicamente in un paese membro per ascoltare le ultime tendenze e le migliori pratiche nel settore dell’istruzione e della formazione professionale e tecnica. Un’occasione per dare un contributo e per confrontarsi con le migliori esperienze internazionali.
Ora, però, tocca al Governo passare dalle parole ai fatti destinando risorse consistenti allo sviluppo degli Its. E non solo: è impellente che avvenga in maniera compiuta il riconoscimento di queste fondazioni anche sul piano giuridico. Gli allievi dei nostri istituti di formazione terziaria professionalizzante sono di fatto discriminati rispetto agli allievi della scuola e dell’università nell’accesso a concorsi pubblici (ad esempio bando Ata) e nel riconoscimento dei titolo di studio e diploma all’estero. E solo per un mancato coordinamento delle norme.
Gli Its sono un sistema maturo che ha bisogno di crescere come atto di responsabilità nei confronti dei nostri figli.
fonte ilsussidiario.net
autore: Alessandro Mele